Dove eravamo rimasti? Ah, sì, al 2 dicembre 2014. L’ultimo post
prima che mi ricoverassero “a mia insaputa”. Come passa in fretta il tempo! Vi
faccio il riassunto degli ultimi 11 mesi, chi sarà interessato ad approfondire
la gravidanza/allattamento in obesità, non esiti a chiedere :-) mi trovate
sempre su cuordiciccia@gmail.com ,
anche solo per un saluto, rispondo sempre, a volte non immediatamente, ma
rispondo sempre, giuro!
Allora, veniamo a noi. Il 3 dicembre vado a controllo e mi
trovano la pressione alta. Il ginecologo, tranquillo, mi dice: “Vabbè, sei a 38
settimane, ti ricoveriamo e lo facciamo nascere”. PANICO. Sapevo che prima o
poi avrei dovuto partorire ma nella mia mente c’erano ancora 2 settimane di
fancazzismo in panciolle sul divano, non ero psicologicamente pronta alla
nascita immediata! Ho provato a farlo capire al ginecologo ma lui mi ha bollato
come folle e mi ha spedito in ospedale per il ricovero.
Signore mie, quel che ho passato in ospedale a causa della
ciccia è fonte per me di inesauribile vergogna ma ve lo racconto tanto siamo
tra amiche e non ci legge nessuno. E poi c’è l’anonimato che non guasta :-D
Iniziamo col dire che al pronto soccorso, prima del ricovero
ufficiale, mi rimisurano la pressione. O almeno ci provano. Chi ha le braccia
ciccione lo saprà sicuramente per esperienza vissuta: le fasce dei misuratori
non sono tutte uguali. C’è un tipo extralungo che va bene a tutti e c’è quello
classico che, come dire, non veste bene le braccia di chi ha qualche decina di
chili di troppo. In ospedale quale avevano? Quello classico, ovvio. E via a
tirare sta fascia per cercare di chiuderla bene, con imprecazione soffocata
dell’addetto e preghiere mie affinchè mi si assottigliasse all’istante il
braccio. Ovviamente in uno stato emotivo così provante avevo la pressione che
manco il gommista ha mai visto in vita sua: ricovero immediato.
La procedura di ricovero prevedeva che io venissi portata su
una sedia a rotelle al reparto. L’infermiera comincia a spingere e la sedia “fa
resistenza”. Lei si mette a controllare che non ci siano i freni inseriti ma
niente. Indovinate cosa frenava la corsa? Io! Il mio peso! Ormai in preda alla
disperazione e all’umiliazione comincio a pregare l’infermiera di farmi
camminare, le dico che “sto bene, voglio camminare, ti prego, ti scongiuro!” ma
lei, poverina, mi dice che è la procedura. Si arma di forza e pazienza e mi
spinge con immensa fatica per i corridoi. Le sarà uscita l’ernia per lo sforzo.
Non l’ho più rivista, si sarà tenuta ben alla larga da me!
Finalmente sono in stanza. Iniziano i monitoraggi. Per chi non lo
sapesse, circondano la pancia con 2 fasce che trattengono dei sensori che rilevano
battito di mamma, battito di bimbo e contrazioni. Secondo voi mi sono entrate le
fasce? Stendiamo un velo pietoso. Un plauso all’ostetrica che stempera la
situazione dicendo “queste fasce le fanno così strette, non sanno che le donne
incinte hanno la pancia?”.
L’andazzo è stato più o meno questo per tutti i giorni che
sono rimasta ricoverata.
Al quinto giorno di monitoraggio senza alcuna contrazione
RILEVATA, comincio ad avere dei dolori terribili ai reni. Un dolore pazzesco. L’ostetrica
mi dice che qualcosa si sta muovendo e che presto avrei avvertito dei dolori
sulla pancia indice di contrazioni. Nel frattempo si rompono le acque: ero
sdraiata a letto a fissare un piccione fuori la finestra quando mi sento
bagnare le mutande. Un pensiero mi sfiora “oddio, me la sto facendo addosso?!?”
poi realizzo che, visto che portavo un bambino in pancia, era più probabile la
rottura delle acque che un’incontinenza precoce. Chiamo l’ostetrica, mi rimette
il monitoraggio e niente, non RILEVA nemmeno una contrazione.
All’improvviso ricominciano le fitte ai reni, un dolore
indicibile. Mi dicono di aspettare che il dolore parta davanti, indice di
travaglio avviato. Il monitoraggio continua a non RILEVARE nulla. Alla fine,
piegata in due dal dolore, richiamo l’ostetrica per un controllo. E’ andata più
o meno così:
“Il tracciato non registra contrazioni, cosa senti?”
“sento i reni come due sassi infuocati e la pancia durissima”
Lei la tocca e sorride: “Ah, sì, ci sono le contrazioni!
Forse IL SENSORE NON RIUSCIVA A RILEVARLE A CAUSA DEL GRASSO”
Io alzo gli occhi al cielo e mi chiedo “perchè tutte a me???”
Lei mi controlla e mi dice “andiamo in sala parto!”
E io “voglio l’epidurale”
E lei “sei di 7 cm, tra poco esce da solo”
Eh, che culo! Un altro poco che aspettavamo di rilevare le contrazioni
e il ragazzino se ne sarebbe andato a spasso da solo! Maledetta ciccia!!
E fu così che la mia vita cambiò. Strinsi tra le bracciai il
mio cucciolo, nato magrissimo a dispetto della mamma. Ma questa è un’altra
storia, alla prossima puntata!