Qui vicino hanno aperto una palestra.
Già.
Una roba futuristica, un nome tipo “AREA51” con strani loghi
verdi e una specie di alieno come mascotte.
In principio, guardando da fuori la struttura, prima di
sapere che si trattasse di una palestra, pensavo che fosse qualche centro per
appassionati di ufo e altre amenità che girano dentro e fuori l’universo.
Poi un giorno che avevano lasciato la porta aperta,
passandoci di fronte, il mio occhio curioso ha identificato bilancieri e
inconfondibili macchine da tortura e non ho avuto più dubbi: il nemico mi aveva
raggiunto.
Ho sempre creduto di lavorare in un luogo incontaminato dal furore
del fitness: un luogo circondato da pasticcerie, rosticcerie e gastronomie, un
luogo con un così alto tasso di persone anziane da sembrare l’estensione di un
reparto di geriatria. Unico neo presente, è una piscina in cui anziani e
bambini, costumati e non, si affannano a sconfiggere la forza di gravità e l’inesorabile
avanzare dell’età a suon di bracciate.
Purtroppo però, come dice il proverbio: se Maometto non va
alla montagna, è la montagna ad andare da Maometto. Visto che io non sono degna
del nobile profeta, di fronte all’arrivo di cotanta montagna, ho pensato subito
ad una frana e mi sono spaventata.
Che Tragedia!
Una palestra sotto l’ufficio!
A chi avrei potuto più vendere la scusa che non andavo in
palestra perché, uscendo tardi da lavoro, non potevo scegliere gli orari che mi
facevano più comodo???
Il giorno dell’inaugurazione mi sono appostata dietro la colonna
di un porticato per studiare il nemico: cercavo infatti tra gli utenti qualcuno
affetto da cicciosità persistente o afflitto da rotondità moleste. Se avessi
trovato qualche mio simile, avrei anche potuto farmi coraggio…
A poco a poco, una manica di ipertrofici e di snellezze ha
iniziato ad invadere gli spazi – i miei spazi! – e laddove amavo sostare dopo
una passeggiata nel parco, si è saturato di giovani e vigorosi palestrati
intenti a fumarsi una sigaretta o a chiacchierare dell’ultimo integratore
iperqualcosa.
Il nemico aveva portato a termine l’invasione.
Potevo solo rassegnarmi e monitorare la situazione in cerca
di miei simili per poter tentare un piccolo contatto, sventolando in via
preventiva bandiera bianca.
Stamane l’apoteosi del dramma.
Sebbene fossi stata sempre attenta a tenermi lontana dal
fronte nemico, mi sono trovata a tu per tu con Uno di Loro.
Capitemi: pioveva ed ero distratta, proprio non avevo visto
la sentinella che sostava attenta sulla soglia della struttura.
Me lo sono trovata di fronte con un sorriso a 342 denti,
come solo gli agenti immobiliari e gli istruttori sanno fare. Mi ha subito
detto “Ehi, ciao, posso rubarti un minuto?”
Colta di sorpresa non ho capito immediatamente chi fosse e
da dove provenisse. Guardando quell’alieno sul logo, ho pensato subito a E.T.. Gli
ho risposto: “Vuoi un telefono?”
Lui mi ha guardato stranito e un po’ titubante: “Come?”
Il criceto che mi girava nel cervello è sceso dalla ruota e
mi ha urlato: “Cretina, è un Tizio della palestra, non E.T. che cerca di
telefonare a casa!”
Riprendendomi: “Scusa, ero distratta, dicevi?”
Lui: “E’ un po’ che ti vedo qui attorno, pensavo che fossi
interessata ai nostri corsi, ne facciamo anche personalizzati…
“Che culo, eh!” ho bisbigliato tra me e me ma forse poco
silenziosamente visto che ha sbarrato gli occhi
Imperterrito ha continuato: “..ehm, ho pensato di fermarti,
magari sei interessata ma forse per un po’ di timidezza non hai chiesto…”
“Eh, sì, è proprio per la timidezza!” ho detto arrossendo,
più per la figura di M che per reale introversione.
“E’ un ambiente giovane, potresti farti nuovi amici! Abbiamo
aperto da poco e abbiamo tante promozioni. Ti ho visto spesso girare qui
attorno, ti va se ti faccio vedere il locale? “
…al ripetere del “ti ho visto spesso”, credo di aver
cambiato colore della faccia almeno 4 volte: rosso da “che figura di M…”,
bianco da “ommioddio mi hanno scoperto”, verde da “fatti i fatti tuoi”, blu
cianotico da “adesso mi butto a terra e faccio finta che sono morta”
“C R E D I M I, verrei a vederla anche ora ma sono in ritardassimo,
ma proprio issimo issimo. Certo che sono interessata, perché non dovrei! Magari
passo dopo eh! C R E D I M I, passo dopo!”
Ma anche no, eh.
Da domani si cambia strada.