martedì 27 agosto 2013

Dov'ero quando non c'ero



Gli ultimi giorni di luglio e la prima settimana di agosto sono stati confusi e tempestosi. Sul lavoro, tra riffe e raffe, pare che il licenziamento di fine luglio sia stato prorogato a dicembre. Dico “pare” perché il capo mi ha detto una roba tipo: “vogliamo provare a vedere se ci arriviamo a dicembre?”
Insomma, la fiera della precarietà! Non debba mai dirsi che ci si annoi.
In passato un periodo instabile come questo mi avrebbe condotto ad una sola strada: quella per il frigo. Complice i risultati ottenuti e forse qualche pizzico di sale in zucca che, si spera, l’esperienza mi ha dato, sono riuscita a tenere fermi i buoni propositi e a non gozzovigliare in giro.
Partendo per le ferie d’agosto, ho preparato una valigia che manco Totò e Peppino a Milano! Non so se qualcuno ricorda la scena in cui aprendo le valigie tirano fuori caciotte, spaghetti e galline!
Io ho fatto una cosa simile: ho girato con le borse termiche piene di prodotti ipocalorici e proteici ben intenzionata a non cedere alle lusinghe del cibo vacanziero!
Quando sono andata a trovare i miei, mia madre è quasi svenuta alla vista degli shirataki, così bianchi e mollicci da ricordare una tenia intestinale (parole di mia madre). Non ho avuto il coraggio di mangiarli di fronte a mio padre…comunque, in casa, tutti si sono fatti un po’ l’idea che, oltre al peso, sto perdendo anche il senno. Perfetto. Grassa e rincoglionita, cosa chiedere di più?
Delle 3 settimane di ferie, ho passato 18 giorni in rigorosa ascesi alimentare.
Mi sentivo immortale.
Poi è venuto il compleanno della mia figlioccia. Ho assaggiato un pezzo di torta e si è aperta la voragine. Il pozzo nero delle voglie mangerecce si è aperto e ha fagocitato l’universo attorno a lui. Ho passato gli ultimi 3 giorni in voluttuose sfide gastronomiche…
Domenica sera sono rientrata alla base.
Lunedì mattina è ricominciata la lotta.
Obesità, a noi due!