domenica 17 agosto 2014

Ferragosto: dieta mia non ti conosco

Non c’è nulla di peggio, per una donna di facili dolciumi come la sottoscritta, di passare il ferragosto tra i parenti goderecci, figli dell’antica stirpe di Pantagruel. Una settimana di ferie diventa una settimana di bagordi che si traduce in un anno di dieta drastica per tamponare i drammatici effetti dell’esubero calorico di una manciata di giorni.
Si comincia col il giorno di ferragosto: l’intento, puramente teorico e quasi innocente, di una grigliata in compagnia; il risultato, in pratica, di una devastante sagra culinaria.
  1. Antipasto di salumi misti  e formaggi. Tradotto: sinfonia di prosciutti, salami e caci, la cui sapidità, com’è noto, è smorzabile solo dietro bevute interminabili. Rigorosamente di vino, bianco o nero indifferentemente (la gola non conosce razzismo). Per gli astemi, si consiglia di spegnere l’incendio del palato con cola e altre zozzerie zuccherine e friccicose;
  2.  Per restare leggeri, niente lasagna ma pasta al ragu con spolverata di parmigiano: quantità della pasta non definibile, il tanto che basta per traboccare dal piatto. Quantità di macinato sufficiente al remake del film “piovono polpette”. Quantità della spolverata di parmigiano assimilabile alle nevicate sul monte bianco;
  3. Nell’attesa della grigliata: bruschettone al pomodoro inzaccherato di olio abbondante. Per la corretta riuscita della ricetta, l’olio, rigorosamente extravergine di oliva spremuto a freddo, deve essere così tanto da garantire una bella macchia sulla maglia pulita indossata per l’occasione. Se non c’è la macchia, il bruschettone non è riuscito. Quantità del pane per ogni fetta bruschettata: almeno un etto, sennò la gente ci parla dietro;
  4. Sempre nell'attesa della grigliata: pannocchia di mais alla brace, da mangiarsi appena tolta dal fuoco, deve essere garantita almeno un’ustione di terzo grado;
  5.  Finalmente la carne: tipologia indistinta, purchè abbondantissima.  Ogni pezzo di carne deve essere irrorato da fiumi di vino e accompagnato da pane casereccio, pena l’annullamento dell’operazione;
  6. Il dolce, di qualsiasi natura, spesso rifiutato col barbaro coraggio dell’ammissione ad alta voce: “niente dolci, io ci tengo alla linea”;
  7. Caffè, ammazzacaffè e liquori di dubbia natura, spesso distillati in casa, il cui effetto sarà pagato amaramente negli anni da un fegato incolpevole di tali nefandezze;
  8.  Acqua e limone: immancabile perché, si sa, il limone sgrassa. Lo dicono pure nelle pubblicità dei detersivi, se vale per i piatti, varrà anche per lo stomaco, no?

Durata dello sfacelo: ore.
Epilogo: panza gonfia tipo mongolfiera, bottone del jeans saltato e indagato per omicidio preterintenzionale, camicia unta e bisunta, coma glicemico in atto…eppure
eppure non manca mai quello che dice: “E’ avanzata tanta roba, stasera a casa mia che la finiamo!”
E così, dopo il pranzo anche la cena.
E a cena avanzerà altra roba che sarà il pranzo del giorno successivo e di conseguenza nuova cena, in un circolo vizioso che verrà interrotto solo da un tempestivo lunedì lavorativo!
Al momento del commiato le solite promesse: “mo’ basta”, “ da domani dieta”, “domani solo verdura scondita”, “la prossima mangiata si fa a Natale” ma dietro l’angolo si addensano già, come neri nuvoloni, prospettive di compleanni e cerimonie, destinate a non essere da meno di pantagruel e della sua stirpe.
La cintura trema, il pantalone traballa, lo stomaco guaisce.

Tremate: le feste son tornate!

4 commenti:

  1. Ho appena incontrato il tuo blog e mi sono letta vari articoli qua e là.. voglio farti i complimenti, non solo per i kg persi, ma anche per come scrivi!! mi hai fatta sbellicare, avevo bisogno di un po' di risate :))
    a presto

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  2. Arianna: da leggersi con voce nasale "il sentimento è reciproco Magda!" (cit. Bianco, Rosso e Verdone)

    Theroadisnow: Grazie! Sono contenta di averti regalato un sorriso!

    Brioches: hai un nickname che mi ispira :-P

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