giovedì 5 novembre 2015

Ma ndo vai se la panza non ce l'hai

Dove eravamo rimasti? Ah, sì, al 2 dicembre 2014. L’ultimo post prima che mi ricoverassero “a mia insaputa”. Come passa in fretta il tempo! Vi faccio il riassunto degli ultimi 11 mesi, chi sarà interessato ad approfondire la gravidanza/allattamento in obesità, non esiti a chiedere :-) mi trovate sempre su cuordiciccia@gmail.com , anche solo per un saluto, rispondo sempre, a volte non immediatamente, ma rispondo sempre, giuro!
Allora, veniamo a noi. Il 3 dicembre vado a controllo e mi trovano la pressione alta. Il ginecologo, tranquillo, mi dice: “Vabbè, sei a 38 settimane, ti ricoveriamo e lo facciamo nascere”. PANICO. Sapevo che prima o poi avrei dovuto partorire ma nella mia mente c’erano ancora 2 settimane di fancazzismo in panciolle sul divano, non ero psicologicamente pronta alla nascita immediata! Ho provato a farlo capire al ginecologo ma lui mi ha bollato come folle e mi ha spedito in ospedale per il ricovero.
Signore mie, quel che ho passato in ospedale a causa della ciccia è fonte per me di inesauribile vergogna ma ve lo racconto tanto siamo tra amiche e non ci legge nessuno. E poi c’è l’anonimato che non guasta :-D
Iniziamo col dire che al pronto soccorso, prima del ricovero ufficiale, mi rimisurano la pressione. O almeno ci provano. Chi ha le braccia ciccione lo saprà sicuramente per esperienza vissuta: le fasce dei misuratori non sono tutte uguali. C’è un tipo extralungo che va bene a tutti e c’è quello classico che, come dire, non veste bene le braccia di chi ha qualche decina di chili di troppo. In ospedale quale avevano? Quello classico, ovvio. E via a tirare sta fascia per cercare di chiuderla bene, con imprecazione soffocata dell’addetto e preghiere mie affinchè mi si assottigliasse all’istante il braccio. Ovviamente in uno stato emotivo così provante avevo la pressione che manco il gommista ha mai visto in vita sua: ricovero immediato.
La procedura di ricovero prevedeva che io venissi portata su una sedia a rotelle al reparto. L’infermiera comincia a spingere e la sedia “fa resistenza”. Lei si mette a controllare che non ci siano i freni inseriti ma niente. Indovinate cosa frenava la corsa? Io! Il mio peso! Ormai in preda alla disperazione e all’umiliazione comincio a pregare l’infermiera di farmi camminare, le dico che “sto bene, voglio camminare, ti prego, ti scongiuro!” ma lei, poverina, mi dice che è la procedura. Si arma di forza e pazienza e mi spinge con immensa fatica per i corridoi. Le sarà uscita l’ernia per lo sforzo. Non l’ho più rivista, si sarà tenuta ben alla larga da me!
Finalmente sono in stanza.  Iniziano i monitoraggi. Per chi non lo sapesse, circondano la pancia con 2 fasce che trattengono dei sensori che rilevano battito di mamma, battito di bimbo e contrazioni. Secondo voi mi sono entrate le fasce? Stendiamo un velo pietoso. Un plauso all’ostetrica che stempera la situazione dicendo “queste fasce le fanno così strette, non sanno che le donne incinte hanno la pancia?”.

L’andazzo è stato più o meno questo per tutti i giorni che sono rimasta ricoverata.
Al quinto giorno di monitoraggio senza alcuna contrazione RILEVATA, comincio ad avere dei dolori terribili ai reni. Un dolore pazzesco. L’ostetrica mi dice che qualcosa si sta muovendo e che presto avrei avvertito dei dolori sulla pancia indice di contrazioni. Nel frattempo si rompono le acque: ero sdraiata a letto a fissare un piccione fuori la finestra quando mi sento bagnare le mutande. Un pensiero mi sfiora “oddio, me la sto facendo addosso?!?” poi realizzo che, visto che portavo un bambino in pancia, era più probabile la rottura delle acque che un’incontinenza precoce. Chiamo l’ostetrica, mi rimette il monitoraggio e niente, non RILEVA nemmeno una contrazione.

All’improvviso ricominciano le fitte ai reni, un dolore indicibile. Mi dicono di aspettare che il dolore parta davanti, indice di travaglio avviato. Il monitoraggio continua a non RILEVARE nulla. Alla fine, piegata in due dal dolore, richiamo l’ostetrica per un controllo. E’ andata più o meno così:
“Il tracciato non registra contrazioni, cosa senti?”
“sento i reni come due sassi infuocati e la pancia durissima”
Lei la tocca e sorride: “Ah, sì, ci sono le contrazioni! Forse IL SENSORE NON RIUSCIVA A RILEVARLE A CAUSA DEL GRASSO”
Io alzo gli occhi al cielo e mi chiedo “perchè tutte a me???”
Lei mi controlla e mi dice “andiamo in sala parto!”
E io “voglio l’epidurale”
E lei “sei di 7 cm, tra poco esce da solo”
Eh, che culo! Un altro poco che aspettavamo di rilevare le contrazioni e il ragazzino se ne sarebbe andato a spasso da solo! Maledetta ciccia!!

E fu così che la mia vita cambiò. Strinsi tra le bracciai il mio cucciolo, nato magrissimo a dispetto della mamma. Ma questa è un’altra storia, alla prossima puntata!