Questi ultimi giorni sono stati emotivamente complessi e
instabili. Ciò mi ha condotto nel turbinio della rimembranza dolorosa ma,
sorpresa!, mi ha tenuto lontano dalla porta del frigo.
Uno dei primi ricordi più intensi della mia cicciosità si svolge
attorno agli anni ’92 – ’93. Stavo per fare la Cresima e ci credevo
veramente. Quando il prete mi disse che sarei divenuta soldato di Cristo, per
giorni mi sognai in tuta mimetica pronta a difendere le porte della chiesetta
di campagna in cui facevo catechismo. A quei tempi mi buttavo ciecamente nelle
cose in cui credevo e amavo adornarle con trovate strambe e a dir poco
fantasiose…ma di questo vi parlerò un’altra volta che è meglio.
Mentre nel giorno della comunione era abitudine che tutte le
bambine vestissero con un abito bianco, il giorno della cresima era libero e
ognuno poteva dar sfogo alla propria fantasia e personalità. Con le altre
ragazze parlavamo spesso di come ci saremmo vestite per questo giorno così
importante, un’emozione e una preparazione che manco una modella prima di una
sfilata! Tutte avevano deciso per una gonna, chi per un colore, chi per altro,
tutte avevano già nell’armadio il vestito per l’occasione!
Mancavo solo io! Rompevo le ovaie di mia madre chiedendo
quando saremmo andate a comprare il mio vestito che, fantasiosamente, volevo
con la gonna, pieno di ammennicoli, coloratissimo, fighissimo, sfogliavo
continuamente il catalogo dell’allora celeberrimo Postalmarket, scegliendo
abiti che, col sennò di poi, mai avrei potuto indossare ma che, nella mia
mente, avevano il potere di rendermi uguale uguale alla modella che li
indossava. Non capivo, nella mia ingenuità da frolloccona, le titubanze di mia
madre…
Infine venne il giorno in cui l’acquisto dell’abito non poté
più essere prorogato. Andammo nella boutique più figa del paese e io cominciai
a guardarmi attorno piena di illusioni mentre mia madre confabulava con la
commessa. Quest’ultima, non lo dimenticherò mai, aveva una faccia becera e
scocciata tipica di tutte le commesse che sanno già di stare perdendo tempo.
Con molta riluttanza cominciò a tirar fuori dei completi che
mia nonna in confronto veste all’ultima moda. Io non volevo nemmeno provarli,
era la mia Cresima, mica la festa della Befana! Mia madre cominciò a
spazientirsi e mi tirò addosso quello sguardo che faceva più male di quando mi
lanciava le ciabatte in giro per casa! Riluttante, accettai di provarli.
Nessuno, e ripeto nessuno, mi entrò. “Meno male” pensai ma
compresi lo sconforto di mia madre: in quel negozio non c’era niente per me,
probabilmente anche le sciarpe mi sarebbero andate strette.
Il giorno dopo tentai al mercato. Lo girammo in lungo e in largo.
In una bancarella trovammo un completo da signora, nero come la pece “perché sfina”,
niente gonna ma solo degli svolazzantissimi pantaloni a cui dovettero fare
mezzo metro di orlo in quanto destinato a donna adulta di dubbio gusto sulla
moda e non ad una disperata preadolescente eccessivamente esuberante dal punto
di vista fisico. Sopra riuscii a trovare una camicia. Con le spalline tipo
giocatore di rugby, non proprio un indumento per la mia età, diciamolo.
…e ora non stupitevi se nella foto di gruppo della Cresima,
in un turbinio di gonne coloratissime svolazzanti e sorrisi aperti, potere
trovare un’immusonita ragazzina vestita da signora che guarda becera l’obiettivo…Ogni
cosa ha il suo perché!
Nonostante il tuo modo di scrivere mi faccia sempre sorridere, ho trovato questo post veramente toccante e triste... il comportamento di tua madre è pari pari a quello che la mia ha sempre avuto... ricordo poi che lei lodava e guardava con tanta ammirazione le altre mie amichette e se la prendeva con me con lo sguardo, perchè non ero come loro... come se fosse stata colpa mia... brutti ricordi. Ti abbraccio forte.
RispondiEliminaQuello che scrivi mi riporta nel passato a una me bambina che si vedeva troppo grossa, troppo stupida, troppo sola, troppo tutto.
RispondiEliminatua madre è stata una donna dura con te, o almeno lo è stata in quell'occasione... oserei dire che è stata proprio ingiusta!
RispondiEliminala cresima avviene in un'età difficile e delicatissima nella vita di una ragazzina... ed anche una piccina paffutella meriti il suo momento di gloria... sebbene non le stia in modo grandioso!
Sono ricordi dolorosi e sono esperienze che sicuramente ti segnano tutta la vita.
RispondiEliminaSono quegli sguardi che ti fanno sentire in colpa e umiliata...e vorresti rendere felice tua madre ma non ci riesci.
Ti capisco sai, ti capisco bene, potrei averla scritta io questa cosa. Dopo anni di terapia però e dopo una chiacchierata da lacrime agli occhi con mia mamma, ho capito una cosa: che in realtà non è colpa sua, nè mia, lei ha avuto dei problemi da giovane e non voleva li avessi anche io ( facendo più danni che altro... era meglio se mi avesse lasciato in pace, io non ero grassa all'epoca, ora sì, ma all'epoca no). Ho vissuto gran parte dell'adolescenza cercando di essere come lei voleva: magra, ma ottenendo, come risultato di peggiorare la situazione e dopo anni di diete, una volta ottenuta la mia indipendenza economica e poi sociale, mi sono svaccata, finalmente potevo mangiare senza che nessuno mi guardasse male...
RispondiEliminaScusa lo sfogo, ma davvero m i ci ritrovo tanto nelle tue parole!
Beh io il giorno della mia cresima ero ancora di una cicciosità sopprtabile (il peggio è venuto verso i 12-13 anni, qui la cresima si fa a 11). Il mio problema non era tanto il peso quamto mi madre, che li ha fatto vestire con camicettq bianca con fiocchetto blu (l'unica cosa decente), gonna lunga blu e..........
RispondiElimina....................
sei pronta?
Sandali coi calzini. Ma cacchiarola era giugno! GIUGNO! potevo anche non mettere le calze, perchè mi hanno conciata così da idiota?? Buahahahahahahahaha
E vogliamo parlare di come ero vestita alla cresima di mio fratello? lì ormai avevo un
un certo sovrappeso e sono vestita che sembro un incrocio fra mia nonna e una tenda da campeggio.
E quindi non lamentarti!
Tania
Abbraccio l'idea di Ommioddiomisposo: non vedo in mia madre la colpa della vicenza, credo anzi che sia rimasta molto mortificata anche lei. Sebbene anche oggi manchi l'integrazione dell'obeso, ci sono già più margini di tolleranza rispetto al passato. 20 anni fa eri grasso perchè ti strafogavi, perchè ti piaceva mangiare e basta. Era solo colpa tua e, vi assicuro, nessuno si tirava indietro dal puntare il dito!
RispondiEliminaTania: forse tua madre ha qualche discendenza tedesca? il sandalo col calzino è un simbolo teutonico per eccellenza!
RispondiEliminaA tutte: non volevo risvegliare ricordi tristi, solo guardare al passato con un sorriso - alquanto amaro, è vero - ma pur sempre un sorriso :-)
RispondiEliminaUguale! Stesso iter alla cresima! Se tre anni prima con il saio ero una cicciosa, ma carina bambina, il giorno della cresima ero una ragazzina sviluppante e con un peso superiore a quello di ora di almeno dieci kg (penso pesassi intorno ai 73/74) che si avviava molto tristemente per la sua obesità di terzo grado abbondante. Solo che già allora mi intristivo solo al pensiero di dover comprare qualcosa per vestirmi...
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