Sabato ho pensato che sarebbe stata una buona idea andare a
fare shopping.
Beh, shopping è un termine forse eccessivo per definire le
mie compere di vestiario.
Di solito corro velocemente nei negozi in cui sono certa che
ci sia qualcosa di indossabile dalle donne che amano ancora mangiare, provo una
decina di capi e, solitamente, esco dal negozio con uno o nessun capo.
Diciamo che, quando il buon dio distribuiva alle donne
femminilità e frivolezza, io ero al bagno e mi sono dovuta accontentare di
qualche pregio/difetto tipicamente maschile.
Sabato, come dicevo, ho pensato che i pantaloni lisi e le
scarpe da ginnastica usurate di cui abuso giornalmente avevano diritto ad un
meritato riposo. Pertanto sarebbe stato opportuno cercare qualche capo sostitutivo.
Che è, nel mio caso, un po’ come cercare di vincere a tombola.
Sono andata al centro commerciale con quel sant’uomo di mio
marito e mi sono diretta negli unici due negozi in cui potevo trovare qualcosa
in cui fare alloggiare i miei quarti di lombo.
Entro nel primo, vado al reparto chiattone e trovo la
tristezza fatta persona: camicione giganti scure, con tonalità variabili dal
nero al nerissimo; maglie sformate in grado di insaccottare anche una modella
filiforme; pantaloni mediocri adatti a corpi alieni! Santa pazienza! Io sono
già obesa, posso mai mettermi dei sacconi informi addosso? Devo per forza
indossare abiti dall'effetto “son tutto un tronco”? Non sarebbe possibile
qualcosa che segni il punto vita perché, seppur ampio come una
circonvallazione, anche io ho un punto vita!
E poi vogliamo parlare dei pantaloni? Quelli del marchio K. sono
fatti proprio a membro di segugio: stretti sulle gambe e larghissimi sul
sedere. Quindi per farci passare le gambe dentro sei costretta a navigare in un
tendone di jeans che contribuisce ad ingrossare la zona deretano, già di per sé
sufficientemente ampia!
Mio marito dice che son solita fare le osservazioni che qui
vi riporto, emettendo suoni gutturali mentre scelgo i capi sugli stand. Dice
che vado in giro per il negozio borbottando come una caffettiera. Non so se ciò
sia vero. Nel caso lo fosse, si spiegherebbe il perché ultimamente i commessi
si tengono tutti a debita distanza.
Uscita da K., entro nel negozio BP. Mio dio, che orrore! Ovunque
colori sgargianti tipo verde vomito, giallo fosforescente, arancione semaforo,
viola becchino, azzurro ciano…quasi cianotico! Santa pazienza, sono obesa! Sono
visibile anche da lontano, non ho bisogno di abiti catarifrangenti!!!!
Se rinasco, voglio fare la stilista per le taglie over 50!
E le scarpe le ho lasciate perdere. Ho avuto pietà di mio
marito. Magari ci riprovo la prossima volta!
AHHHHHH come ti capisco! Alle volte trovo più emozionante andare dal dentista!
RispondiEliminaCome ti capisco... vogliamo parlare dei commessi o commesse che ti squadrano con la faccia di quelli che "ommioddio... come ti sei permessa di entrare nella mia boutique"... e quando è così scatta in me la malvagità e gli chiedo di provarmi qualsiasi cosa!
RispondiEliminaMwahahhah
V.
Il tuo stile comico è mitico, ma il contenuto ci fa riflettere sulla mancanza di idee di certi utenti della moda e il bello è che assecondandoli guadagnerebbero di più!!!
RispondiEliminaMa seriamente, hai mai provato a disegnare modelli di vestiti oversize? Sresti una tipa fantasiosa o l'hao detto per dire? Chissà, magari se provi... :)