domenica 7 agosto 2011

Ciccia all'aria

Le vacanze al mare: croce e delizia per chi ha qualche problema con gli effetti che la forza di gravità terrestre produce sulla bilancia. Se da un lato è il periodo migliore per far fuori gelati e gelatai, dall’altro la prova costume miete vittime dalla taglia 38 alla taglia tendone da circo. Per tutti, siano essi ciccioni veri, presunti o frutto di qualche problema di dismorfismo, mettersi tutti ignudi su una spiaggia è un evento a dir poco traumatico. E’curioso osservare come nella nostra società sia più facile e tollerabile che un nudista si metta col wurstel all’aria piuttosto che una donna mostri la cellulite in spiaggia.
Per questo motivo, ogni anno, dopo i bagordi pasquali, scofanato l’ultimo uovo di cioccolato - che, diciamocelo, abbiamo mangiato così di gola e  voracemente da avere il cagozzo per tre giorni di fila -  subentra il famigerato periodo della dieta per la prova costume. Su tutte le tavole è un fiorire di insalata. Scondita oppure con un cucchiaino di olio – il che è lo stesso: un cucchiaino di olio in una ciotola di insalata fa lo stesso effetto della fenice: che vi sia ognun lo dice, ove sia nessun lo sa! – l’insalata, insieme a cetrioli e finocchi, sono dei salva dieta naturali. Qui apro e chiudo una piccola parentesi:
Oh, tu, creatore, ascolta la mia domanda: di quale grave peccato ci siamo mai macchiati per doverci colpire così atrocemente permettendo ad un finocchio di avere 9kcal/h e alla nutella 550kcal/h? Perché non hai permesso il contrario? Sei ancora incazzato per quella storia della mela?
Il periodo della dieta pre-mare è fatto di tanta verdura, pescetto bollito, petto di pollo alla piastra, zucchine lesse e di quant’altro sia in grado di abbattere la libido mangereccia di un individuo. Ai giorni di dieta feroce, contraddistinti da incazzatura facile, nervi a fior di pelle e forti istinti omicidi, si alternano le cene rituali con gli amici a base di pizza e fritti e i giorni dedicati alle abbuffate compulsive dovuti alla delusione, alla necessità di compensazione o alla semplice fame: cazzo, sono giorni che vi nutrite solo a merduzzo lesso!
Alla fine dei conti, il giorno prima della partenza per il mare, vi rendete conto di essere in perfetto pareggio tra le giornate di cibo a morte e quelle di digiuno ascetico. I numeretti sulla bilancia sono gli stessi del mese precedente se non più alti per una mera perfidia della bilancia che si è starata solo per vedervi strabuzzare gli occhi dall’orrore. Fatto sta che ormai il tempo della speranza è finito e subentra quello della rassegnazione. Andate meste a comprarvi un costume. Fate caso alla faccia delle donne che comprano i costumi, vi raccontano una storia di fallimenti, prove, pizze con la mortadella e di digiuni coatti.
A meno che non siate poco più che adolescenti con un fisico da manico di scopa o non vi siate appena rifatte le tette nuove, la ricerca del costume non è finalizzata a trovare quello più bello che vi faccia cuccare, bensì è focalizzata fortemente alla ricerca di un costume che sia coprente, snellente, rimodellante, che tenga su tette e culo ma appiattisca la pancia. Insomma, state cercando un incrocio tra un chirurgo plastico e un miracolo.
Dopo aver sborsato uno sproposito per una muta da sub rinforzata con stecche di acciaio, vi preparate psicologicamente ad affrontare il mare. Vi procurate una borsa enorme, di quelle che i killer usano per trasportare i cadaveri, e vi offrite per portare le cose di tutti. Ma non è generosità e lo sapete bene. E’ solo strategia. Manco foste la reincarnazione di Mary Poppins, riempite il borsone con paletta, secchiello, asciugamani, ombrelloni e bagnino. Ve la mettere poi strategicamente a tracolla di modo che, di profilo, nasconda quella sfera indefinita che racchiude panza e culo.
Arrivate in spiaggia la cosa si fa più difficile. Gli Altri, in un battibaleno,  hanno piazzato gli asciugamani e l’ombrellone, si sono spogliati e stanno già correndo verso la spiaggia. Voi, consegnata mestamente il borsone, cominciate un dialogo col vostro cervello per convincervi a togliervi lo scafandro che utilizzate come copricostume
“Dai, spogliati cazzo, prima o poi dovrai farlo. Fallo subito e togliti il pensiero”“C’è quella donna che mi guarda! Che vergogna!”“Ma che dici? Non vedi che è strabica e sta guardando il bagnino? Togliti lo scafandro!”“Forse se tiro la pancia in dentro si nota meno…”“Certo, così se tutto va bene, andrai in carenza di ossigeno e diventerai cianotica, si sa che i colori scuri sfinano…”“Oddio, c’è una strafiga con l’ombrellone qui vicino, chissà che risate si farà a vedermi la cellulite!”“Non ci pensare, resterà impietrita dai tuoi rotoli per soffermarsi sulla cellulite”“Grazie, eh! Sai sempre come rincuorarmi! Lo sai che ho fatto i digiuni per arrivare preparata ma non ho perso niente…”“Tho, guarda, un panino!”“Dove? Dove?”“Nella tua panza, ha ha ha ha!”“Che coscienza becera, fottiti! Ecco, mi sono spogliata, ed ora???”“Ed ora in onda il documentario sulle balene spiaggiate!!”
E così via finchè il dialogo con se stessi non prende il sopravvento sull’imbarazzo. Lo scafandro cade e ci dedichiamo a perlustrare i nostri vicini di ombrellone….
Ma questo ve lo racconto la prossima volta!

2 commenti:

  1. Ho conosciuto il tuo blog grazie al blog Morbidosamente Io...bè...le tue parole sono oro colato, momenti di vita vissuta...che penso nessuno sarebbe riuscito a metter per iscritto in modo più geniale, divertente e autoironico di te! Di sicuro sei una delle persone più speciali che abbia mai conosciuto!

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  2. Quoto in tutto e per tutto Arianna
    Leggerti è davvero un piacere!!

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