venerdì 23 novembre 2012

Piove sul bagnato


Oggi mi sono arrabbiata.
Tanto.
Ero in ufficio quindi non ho potuto  buttarmi sulla dispensa. Avrei potuto dare qualche morso a qualcuno ma avrei rischiato di morire avvelenata.
Quindi, visto che era ora di pranzo, sono uscita. Per camminare, giuro.
Ho iniziato, più che a passeggiare, a correre: testa bassa, mani ficcate rigidamente in tasta, sguardo torvo, capelli spettinati e quell’alone di incazzatura inconfondibile. Ho camminato così per mezz’ora fino a trovarmi di fronte la rosticceria.
Il primo impulso è stato quello di entrare e ordinare tutto l’ordinabile.
Poi mi sono vista nel riflesso della vetrina: sciatta, grassa, torva.
Avessi avuto qualche brufolo in faccia, sarei stato l’esempio perfetto della reietta sociale.
Mi sono vergognata. Tanto.
Ma non di me, sia chiaro.
Non mi vergogno del mio corpo, semmai della mia forza di volontà molle come uno stracchino squacquerato.
Mi sono vergognata di quello che gli altri avrebbero visto in me: una cicciona sciatta che svaligiava una rosticceria.
Io non voglio essere una cicciona sciatta che svaligia una rosticceria.
Cioè, svaligerei volentieri una rosticceria, ma non voglio essere una cicciona sciatta.
Cioè, io non sono una cicciona, io sono una persona che si porta dietro un bagaglio in più…beh, diciamo che ho un set di valigie al seguito…
Vabbè, insomma, ci siamo capiti.
Il desiderio di fiondarmi sul cibo, cresceva di secondo in secondo...
Mi rendo conto che il 99% dei miei stati d'animo (rabbia e noia, in primis) mi portano d'istinto a sfogarmi sul cibo, incrementando la cicciosità e quindi ulteriori paronie e quindi ulteriore bisogno di cibo. L'obesità  si autoalimenta, fagocita le emozioni e le espelle sottoforma di cumuli di grasso.

E comunque, no, non ho comprato niente!

Cuodiciccia-obesità  1-0

mercoledì 14 novembre 2012

Egoparanocentria


Vi capita mai di sentirvi osservati e fuori luogo?
A me capita soprattutto quando sono in un luogo aperto, come se, in una stanza, le mura coprissero anche il mio corpaccione. Quando sono in mezzo alla strada mi sento come un bersaglio al muro con le freccette che potrebbero spuntare da tutte le parti.

E mi pare che tutti mi guardino e pensino quanto sono grassa e come mi vesto male.
Poi lo so che la gente nemmeno mi vedo, essendo io l’emblema della banalità.
Certe volte mi chiedo se sono paranoica o egocentrica.
A voi la scelta.

giovedì 8 novembre 2012

Chi NON la fa, la aspetti


Uno dei problemi che noi cicce abbiamo in comune con le secche è relativo al sistema di espulsione scorie. Già avevo accennato alle difficoltà che il cofano che mi porto dietro manifesta nell’atto di espletare le normali funzioni per cui ha senso di esistere, ma vorrei qui proseguire con l’argomento visto che non ne posso parlare con nessuno per pubblica decenza. Voi che non potete protestare, mi sorbirete, finché non chiuderete la pagina.
Il mio armadio 3 ante, volgarmente detto culo, è, se possibile, più pigro della sottoscritta in persona. Si concede raramente, diciamo un paio di volte a settimana, in modalità che vi vengo di seguito ad espletare (tanto per restare in tema):
-         cacca secca a pallini tipo quelle dei conigli. Di solito richiede sforzi abnormi pur producendo risultati appena visibili. Di qui il detto latino “parturient montes, nascetur ridiculus mus” che, per chi non mastica latino, vuol dire, più o meno: “tieni du chiappe tanto eppure non riesci a fa che na caccola de cacca”
-   al momento di cui sopra, segue qualche giorno di formazione di tappo. Ovverossia, le feci si stratificano andando a sigillare lo sfintere. Il mio corpo diventa un tino chiuso entro cui il caccume comincia a fermentare.
-         la terza fase è quella definita “esplosiva”. Avete mai visto un’eruzione vulcanica? Ecco, avete capito. Il tappo viene espulso tra forti torcimenti di panza e una colata lavica inonda il vaso igienico.
Sempre così. Il mio corpo si alterna tra stadi di avarizia estrema in cui trattiene l’intrattenibile e stadi di prodigalità in cui da il meglio di sè. 
Cacatoriamente parlando, s’intende.

mercoledì 7 novembre 2012

Blob- woman



Di cosa mai saran composte le cicce che,
per perdere due etti ci vogliono mesi,
e per prendere un chilo ci vuole un nanosecondo?
Misteri della materia oscura.