domenica 30 ottobre 2011

Sopravvivere al buffet

Come già detto, iniziata la dieta sono iniziati gli inviti. 
Uno di questi è stato un buffet a cui ogni invitato doveva portare qualcosa da mangiare. Una cosa semplice all’apparenza, ma deleteria in pratica! Quando ti dicono di portare qualcosa a tuo piacimento, nessuno porta insalata o riso lesso scondito, di solito c’è la gara a chi porta la porcata più goduriosa e ipercalorica che lasci tutti di stucco! Chi non ha mai desiderato che, portando una pietanza a tavola, tutti i commensali ne facessero incetta lodando la cuoca e chiedendo supplici la ricetta. Io non sono stata da meno. Ho passato giorni a rimuginare sulla ricetta di sicuro successo, quella grondante calorie, che ti appioppa due chili solo a sentirla nominare. E così è stato.
Sono arrivata al buffet che sul tavolo c’era ogni ben di dio. Spiattellati sul tavolo trilioni di calorie, ingorghi di burro e colesterolo, filamenti di mozzarella fusa come stelle filanti, spanne di prosciutto figlio di un’ecatombe suina, immancabili lasagne in tutte le varianti possibili, ciotolone di pasta e fagioli alla scorreggiona, torte rustiche trasudanti burro e provola, tranci di pizza millestagioni, tiramisu e torte monumentali, fiumi di zucchero e crema, montagne russe per la glicemia mentre il fegato, rassegnato, si era nascosto dietro una sedia in un angoletto.
Al via tutti si sono tuffati sulle pietanze nemmeno fossero stati digiuni da mesi. Silenzio nella stanza interrotto solo dal ciancicare delle mandibole fameliche e dagli sciacqui che l’acquolina provocava in bocca, copiosa come un fiume in piena. Sul tavolo le mani si affaccendavano a tagliare, prendere, spezzare nell’eco fragrante del rompersi delle croste di pasta condita.
Tutti erano coinvolti in questa danza della panza. Tutti tranne una.
Me medesima in persona.
Stoica come pochi sanno essere, mi sono tenuta indietro, lontano dalla tavola abbastanza per non poter allungare la mano e non troppo per essere notata. MAI FARSI NOTARE NELLA LOTTA ALLA TENTAZIONE! MAI!!!! Bisogna agire nell’ombra come spie, silenziosi come serpenti, acuti da non farsi notare. Perché?
Lo sapete bene. Immaginate: un urlo garrulo che squarcia il silenzio:
“MA tu perché non mangiiiiiiii???????? Non dirmi che sei a dietaaaaa!”
attirando su di voi tutta l’attenzione del mondo! Tutti vi fisseranno e vi vedranno come un essere alieno, come se una metamorfosi improvvisa vi avesse rese grassi, così diverse da loro, infinitamente magri!
Silenziosi tenetevi da parte, imparate la tecnica: mentre tutti si abbuffano fate finta di scrivere un sms o di telefonare. Ma non esagerate, qualcuno potrebbe pensare che state scrivendo la Divina Commedia. Dopo la prima ondata al tavolo, di solito la gente comincia a ritrarsi, qualcuno si siede, si forma qualche capannello di persone che si fermano a parlare. Questo è il momento in cui potete avvicinarvi al tavolo. Ricordate:
NON GUARDATE SUL TAVOLO: qualcuno potrebbe scambiare il vostro sguardo per cupidigia
NON GUARDATE A TERRA: qualcuno potrebbe pensare che non avete il coraggio di fissare le pietanze per paura di non resistere e buttarsi sul tavolo grufolando
Sfoderate un sorriso, guardate la gente attorno a voi, prendete un bicchiere e riempitelo d’acqua. Avvicinatevi agli amici e parlate sorridendo, nessuno guarderà cosa state bevendo, penseranno solo che, dopo mangiato, state sorseggiando una qualsiasi bevanda. Cercate di essere rilassate, è una piccola rinuncia che state facendo per voi e per il vostro bene!
P.S. Diciamocela tutta. Gran parte delle considerazioni su fatte sono frutto delle mie insane pippe mentali. Nel 90% dei casi, dubito che qualcuno si soffermerebbe a valutare quel che mangio. Quindi fatevi forza e non badate agli altri, se proprio non ce la fate a resistere, assaggiate un po’ di tutto senza esagerare, non è con una sera di privazioni che risolverete il problema! E’ finito il tempo in cui, dopo qualche sacrificio mangereccio, speravo di svegliarmi improvvisamente magra J

domenica 23 ottobre 2011

Come ci vedono gli Altri

Iniziata la dieta, ovviamente, sono fioccati gli inviti a cena.
Non c’è niente che favorisca la vita sociale come l’impossibilità di gozzovigliare.
Ricordate: meno potrete mangiare, più inviti otterrete.
“Stasera no, grazie. Ho da stirare, ho tutte le mutande strapazzate”
“Ehm, facciamo un’altra volta? Il cane ha la diarrea! Sì, lo so che non ho un cane, parlavo di quello del vicino!”
“Domani? Mi spiace, purtroppo domani devo ritinteggiare casa.”
“Stasera dal porchettaro? Ehm, no scusa, ho dei problemi alla prostata, facciamo un’altra volta, ti chiamo io!”
Poco importa che non avete una prostata, ogni scusa è buona per divincolarsi dal boicottaggio inconsapevole degli amici. Peccato che la cosa, a lungo andare, vi costi la perdita di qualche amicizia. Eh sì, perché, a volte, succede che qualcuno non capisca come possiate rifiutare una seratina da “Lo zozzone”, quel ristorantino casareccio che vi piace tanto. Inutile dire che state cercando di perdere disperatamente qualche chilo, la risposta sarà sempre la stessa: “Tu? Dimagrire? Ma se stai B E N I S S I M O!!!”
Certo, sto così bene, che me vojono fa pagà l’ici per il monolocale che mi porto dietro al posto del culo.
Inutile. Sarà amore cieco o menefreghismo ma difficilmente un amico ci vede chiatte così come ci vediamo noi. Di qui nascono le incomprensioni. Terribili, tragicomiche incomprensioni.
Ricordo che all’università, già palesemente obesa, parlavo spesso con un 45kg di biondaggine. Parlando di peso, LEI OSAVA LAMENTARSI con me dei sui problemi di cellulite! Dei cuscinetti bastardi che le si piantavano sui fianchi che, no, non se ne volevano proprio andare. Così diceva mentre si ingollava l’ennesimo kinder bueno e agitava il biondo capello boccoloso attirando concupiscenti sguardi maschili. Dall’alto della mia insalatina scondita, guardandola sdegnosa, lo confesso, ho sempre pregato in:
“Dio, se non puoi farmi dimagrire, fa che almeno ingrassino gli altri!”

Comunicazione ai lettori

Alla persona che è arrivata sul mio blog scrivendo:
"SAGGEZZA DEI SUOCERI"
dico solo:

Ahahahahahaha! Burlone!!! Questo blog parla di cose serie, mica di fantascienza!

giovedì 20 ottobre 2011

Riassunto delle puntate precendenti

Oh, santa polpetta! Ho perso due settimane di aggiornamento!
Recupero immediatamente!
Dieci giorni fa ho incontrato il Dottor M che, più che una dieta, mi ha dato le linee guida per il ramadan. Niente sale, niente farinacei e una serie di alimenti esclusi che, ad un prima lettura, m’è venuto spontaneo dire: “Non facciamo prima che mi dice solo quello che posso mangiare?”
Ma andiamo per gradi! Quando sono andata dal Dottor M per portargli l’esito delle analisi, ho avuto una due fortune pazzesche degne dell’imponenza del mio lato B: ho trovato subito parcheggio e non ho fatto anticamera nonostante la sala d’attesa fosse piena. Colta da euforia, ho dato il peggio di me sfoggiando  alcune mie pirle di saggezza.
Ad esempio,  mentre guardava le analisi e tutti i valori perfetti (a parte la curva dell’insulina), vedendolo perplesso, gli ho detto: "Eh, lo so che sono una cicciona anomala, ho le analisi perfette"
e lui: "E' vero, mai vista una roba del genere!"

Inoltre, mentre era andato a consultarsi con una collega ed io ero rimasta sola nella stanza, all'improvviso era entrata una dottoressa con una donna incinta scusandosi per l’invadenza perché tutte le stanze erano occupate e lei aveva necessità di pesare la paziente.
Durante la pesata, la tizia, incinta al nono mese, era un po' agitata al che la dottoressa le ha detto: "Eh, la prova bilancia è sempre un problema!"

Le rispondo io: "Non lo dica a me!" e giù a ridere…
Al termine della pesata, 60kg (meno della metà di me!!!), la donna incinta cerca di giustificarsi dicendo: "Saranno i vestiti, a casa peso di meno!"
e la dottoressa "Tutte le stesse scuse!"
e io "Signora, non mi dica che ha le ossa grandi anche lei" e giù di nuovo tutte a ridere.
Insomma, le figure di mmmerd mi venivano spontanee come i brufoli dopo un’abbuffata di cioccolata.

Finito il momento Zelig, il Dottor M è rientrato e mi ha detto che il problema del mio non dimagrimento è un eccesso di insulina sotto carico. Per questo motivo, al fine di favorire il naturale dimagrimento, dovrò fare una cura iniziale con metformina (“e taaaaaanto movimento” ha detto il dottore) ed eliminare i prodotti che sollecitano la risposta insulinica. Quindi via pasta e pane a favore di riso e gallette di riso. Più una serie di alimenti esclusi di cui, onestamente, faccio benissimo a meno. Adesso che son passati 10 giorni mi sento notevolmente meglio. Sarà che il livello di insulina è più contenuto ma non ho la fame perenne di prima. Prima avevo fame appena finito di mangiare. Ora mi sento sempre sazia e, si sa, i peccati di gola si domano meglio quando la panza è satolla.
Inoltre ho cominciato a fare più movimento ma questo ve lo racconto prossimamente!

mercoledì 5 ottobre 2011

Di quella volta che i biscotti al cioccolato tentarono di farmi fuori.


Dopo la visita medica e gli esami clinici, sono in attesa dei risultati.
Ansiosa all'ennesima potenza, mi rivedo come, anni fa, ancora studentessa, col naso all’insù a spiare impaziente sulla bacheca della scuola per vedere se ce l’avevo fatta un’altra volta mentre oggi, ad anni di distanza, stropiccio tra le mani il talloncino per il ritiro dei risultati: lo guardo e lo riguardo sperando che l’attesa riduca i tempi e che la prossima settimana arrivi ora, in un battito di ciglia, in barba ad Einstain e alle sue teorie.
Il mentre che passa tra l’esito dei risultati e l’elaborazione della cura, è un che di straziante, sia a livello mentale che mangereccio. L’ansia di sapere, per chi ha già disordini di tipo mentalimentare, si sfoga, indovinate un po', sul cibo, corroborata dal fatto che
“tanto dopo non posso più perchè poi mi metto a dieta seriamente”
“meglio un gelatopistacchio e cioccolato oggi che un cremino domani”
“tanto va la gatta al lardo che ci lascia la zampone”
E altri luoghi comuni atti a giustificare penosamente il tentativo vano di arginare la voragine che si è aperta nel triangolo delle bermuda formatosi tra testa, cuore e panza.
Questa dicotomia permanente tra il “resisti” del barlume di coscienza e il  “se non ora, quando?” del mostro della pancia, può portare a sfociare in comportamenti che hanno dell’assurdo, che sono riprovevoli e che farebbero vergognare chiunque, me compresa. Per questo qui mi confesso e ammetto le mie colpe e le figure da coprolita di brontosauro al fine di ricordarmi sempre di questi giorni, sperando che restino passato.
Accadde oggi.
Mezz’ora fa circa, per dirla tutta.
Stavo pranzando con la collega: insalata scondita, 40g di pane e 40g di crudo. ‘na roba che l’uccelletti della vicina morirebbero di fame.
E non è che mi dispiacerebbe visto che cominciano a cantare all’alba. Tutte le albe di tutti i giorni che dio manda in terra, festivi inclusi. Che gatto vi colga!
La mia collega chiocciava, mentre addentava un paninazzo doppio strato di culatello infarcito con mozzarellone campano: “Come sei brava! Ma come fai a mangiare così poco!”
“Beh, io non mangio molto…” ho risposto mentre il Barlume di coscienza mi gridava nella testa “A buciarda infame!!!!”
Dopo pranzato ho proposto una camminata. Una camminata che mi ha visto tornare barcollante, sudata come solo Bonolis sa esserlo, con una lingua penzoloni simile ai materassi che vende Mastrota e ansimante come un carlino.
Molto consolante direi, considerando che ho appena 30 anni.
Al rientro mi sono ricordata che avevo con me dei biscotti al cioccolato che avevo comprato per la pausa caffè in ufficio. Il Barlume di coscienza, sapendo che il proibizionismo non funziona mi ha detto:
“Offrine uno alla collega, se lo vuole ne prendi uno anche tu. UNO. E che sia UNO!”
Nel mentre, il mostro della pancia si era già impossessato della mia mano, approfittando della mia temporanea incapacità di intendere e di volere, e mi aveva buttato in gola 4 e dico 4 biscottoni al cioccolato!
Proprio in quel momento sento la collega avvicinarsi alla mia stanza!
Barlume di coscienza mi ha urlato: “Sei una cacca pestata di Chihuahua! Sei l’esempio vivente dell’assenza di forza di volontà, metteranno la tua immagine su Wikipedia sotto il termine Abulia! Almeno evita la figuraccia e nascondi le tracce!”
In fretta e furia ho cercato di inghiottire il bolo di cioccolato, ho ficcato la scatola di biscotti in borsa e mi sono buttata a terra facendo finta di cercare qualcosa mentre tentavo di buttar giù il boccone.
“Che fai sotto la scrivania?”
“mmmniente, ciomp ciomp, sto ceccando la penna” ho detto cercando di buttar giù il boccone infame.
“Che mangi?”
“mmmniente! Sto ceccando la penna!!!”
“Certo… vuoi un po’ d’acqua?”
“Gno…”

Signori, la dignità di una donna vale 4 biscotti al cioccolato?

martedì 4 ottobre 2011

E ho detto tutto...


Nell'attesa che il medico mi dia un responso e una cura, sto subendo un processo evolutivo di dubbia riuscita.
Oink.